Lions Club Casalbuttano

"Perché non distruggere la Vena Safena"

"Perché non distruggere la Vena Safena": questo il provocatorio tema trattato dal Dott. Roberto Delfrate, responsabile della U.O di Chirurgia Generale della casa di cura Figlie di S. Camillo di Cremona durante la conviviale n° 9 del L.C di Casalbuttano dell’anno sociale 2013-14 svoltasi il giorno 10 Febbraio c.m. presso il ristorante il Gabbiano di Corte de’ Cortesi
Presenti al meeting oltre al presidente Davide Federici, il Dott. Massimo Bricchi e alla Dott.ssa Lorena Dioni della stessa U.O., e il Dott. Francesco Crea, medico di medicina generale e Direttore Sanitario della Croce Verde di Castelleone in qualità di gradito ospite.
L’illustre relatore, qualificato esperto di chirurgia vascolare, ha evidenziato nel suo intervento le motivazioni scientifiche per le quali nel ricomporre il disordine circolatorio degli arti inferiori è preferibile preservare la vena safena diversamente da quanto, con una certa frequenza, viene ancora oggi praticato :rimozione della vena, occlusione della stessa con interventi con laser o radiofrequenza.
Si tratta di affrontare il problema con una visione emodinamica della situazione anziché varicocentrica che prevede la demolizione o rimozione della vena (stripping).
Ciò è oggi possibile in virtu’ delle conquiste tecniche raggiunte, in particolare per merito dell’effetto doppler ed ancor meglio della ecografia colordoppler e delle intuizioni del Prof. Claude Franceschi, medico di fama mondiale esperto in patologia vascolare e consulente di angiologia presso la casa di cura Figlie di S. Camillo di Cremona, che ha ideato la nuova metodica di intervento: la C.H.I.V.A.: chirurgia emodinamica venosa conservativa.
Tale tecnica consiste in un intervento chirurgico ambulatoriale agli arti inferiori che prevede correzioni nei punti di reflusso circolatorio al fine di ripristinare la corretta circolazione del sangue verso il cuore, alleggerendo la pressione venosa nei vasi causa principale dei disturbi e della complicanze circolatorie la cui più evidente manifestazione sono la comparsa delle varici. Diversi sono i vantaggi di una tale tecnica, di cui i più importanti sono:
la conservazione delle safene da utilizzarsi eventualmente in by-pass periferici o cardiaci, e la preservazione del drenaggio dei tessuti e della termoregolazione. Numerosi e qualificati giudizi positivi sono stati espressi fin dal 2010 da riviste scientifiche internazionali e da Centri ed Istituzioni mediche mondiali verso tale tecnica innovativa non solo per la possibilità di mantenere il proprio patrimonio venoso ma anche per gli evidenti riscontri postoperatori:50 % in meno a 5 anni di recidive rispetto al classico stripping.
Anche se, ha proseguito il relatore, non esistono evidenze scientifiche a favore dello stripping, la CHIVA si sta diffondendo con difficoltà anche per effetto di una certa resistenza del mondo scientifico verso tale tecnologia. Si rende quindi necessario ed etico utilizzare nel modo più ampio e completo il consenso informato verso il paziente in modo che possa disporre di tutti quegli elementi necessari per una consapevole e responsabile scelta terapeutica.
La serata si è conclusa con l’ illustrazione di diversi e brillanti successi operatori conseguiti dalla equipe del relatore con tale tecnica applicata dal Dott.Delfrate in circa 450 casi all’anno. Numerosi sono poi stati gli interventi dei presenti visto il grande interesse suscitato dall’argomento trattato.

Lions Adriano Telò
Addetto Stampa L.C. Casalbuttano

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